venerdì 9 dicembre 2011

Andare oltre ... a Lugano!

In occasione del Convegno "Lavoro (in)sicurezza" del 27 novembre scorso, al Palazzo dei Congressi di Lugano, ho presentato alcuni dei temi principali di "Andare oltre" in rapporto alla sicurezza sul lavoro. L'intervento è ora su You Tube intitolato:
"Se la motivazione è bassa e monetizzo molto il rischio, il rischio di incidente è più elevato". Qui di seguito riporto per argomenti una mia rielaborazione dell'intervento.

- In Psicologia l’attenzione ha forte correlazione con la motivazione, per cui una bassa attenzione nel lavoro ha rapporti con una bassa motivazione verso di esso; fattori “motivazionali” sono per esempio l’interesse per il lavoro, il raggiungimento degli obiettivi, la responsabilità, il riconoscimento dei meriti; fattori invece come la retribuzione sono solamente di “soddisfazione” e non di “motivazione”; è quindi insufficiente puntare solo su quest’ultimo elemento nelle attività lavorative, soprattutto per quelle a più alto rischio: la cosiddetta “monetizzazione del rischio”, ovvero incentivare maggiormente il lavoratore che si espone ad un rischio più elevato, aumenta la probabilità di incidente lavorativo.

- Per l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) occorre tenere conto del modello dei 4 valori: “d’uso, di scambio, simbolico, effimero”; il primo risponde alla domanda “a cosa mi serve”, il secondo “che cosa do in cambio” (in senso generale, per es. economico e personale), il terzo “che cosa rappresenta” (per es. la sicurezza come valore e/o l’appartenenza ad un certo gruppo di lavoro), il quarto “se è di moda”; per un costante utilizzo dei DPI, occorre convincere aziende, gruppi lavorativi e singoli lavoratori a partire dall’ascolto e dalla rilevazione dell’importanza attribuita ai suddetti valori, poiché non deve stupire che per alcuni l’effimero sia il primo fattore di convincimento: da questo elemento si può partire per poi rinforzare successivamente gli altri valori.

- L’importanza del funzionamento del gruppo di lavoro è fondamentale per diminuire la probabilità di incidente lavorativo: l’individuo lasciato solo (personalmente e culturalmente) può esporsi a rischi superiori attraverso atti e comportamenti di sfida del pericolo al fine di attirare l’attenzione del gruppo; allo stesso tempo è rischioso affidarsi a “gruppi naturali”, autoformatisi (per. es. della stessa nazionalità), perché potrebbero non avere sufficiente capacità critica, giustificare eccessivamente i comportamenti dei singoli appartenenti, esporsi esageratamente ai rischi facendo leva sulla forza del gruppo, avere una bassa percezione culturale del rischio.

- Sulla base di quanto detto finora, assume primaria importanza la formazione e lo sviluppo delle “competenze trasversali”: migliorare il funzionamento dei gruppi e, per i singoli, assunzione di responsabilità, autostima-autoefficacia, capacità di utilizzare il gruppo come risorsa, sono tutte competenze migliorabili all’interno e al di fuori del luogo di lavoro, secondo un’armonia “olistica” cara a personaggi come Adriano Olivetti e Francesco Novara, le cui idee, passioni e applicazioni ispirano più che mai la Psicologia applicata al mondo del lavoro.