lunedì 14 novembre 2011

L'efficacia di un metodo formativo e l'universalità delle competenze trasversali

Il Maestro di Arti Marziali Ferdinando Torrano scrive quanto segue.

Ciao Claudio,

ti scrivo questa mail dopo aver partecipato al tuo corso per
manifestarti il mio apprezzamento; credo sia la prima volta, nella mia
esperienza, che si discute in un corso del tema Sicurezza sul Lavoro senza
limitarsi a fornire solo nozioni, norme e aspetti tecnici.
Visto che non credo al valore del semplice apprezzamento fine a se stesso,
esercizio utile a gonfiare l'ego (ma non ho colto in te tale esigenza),
vado nel merito.

Anzitutto ho trovato di grande utilità il linguaggio
usato per esprimere i tuoi concetti e le tue idee, direi un modo di
comunicare divulgativo. Sono convinto che la prima cosa da tenere in
considerazione sia appunto la chiarezza espositiva, sicuramente non
semplice per esprimere concetti anche complessi; con la
semplificazione del linguaggio si corre il rischio della
banalizzazione, ma occorre comunque trovare una sintesi, anche se impresa difficile, tra la complessità del tema e la fruibilità i per non addetti al settore, o meglio, per addetti a settori a volte molto diversi tra loro.

Ho trovato di notevole interesse il discorso sulla trasversalità delle
competenze. Come ben ricordi, durante la lunga chiacchierata nell'ora del
pranzo, ti dissi che sono impegnato in più settori: insegno arti marziali e
ho scoperto che il mio modo di intendere la pratica e l'insegnamento è
molto vicino ai concetti da te espressi; tutte le esperienze e le
competenze specifiche che abbiamo possono essere di supporto e di
arricchimento per altri settori di competenza, anche apparentemente
distanti tra loro.

Credo che ciò dipenda dal fatto che la "tecnica" può essere specifica, ma la
mente umana non solo non può funzionare per compartimenti stagni a seconda
di ciò che facciamo, ma fruisce di conoscenze che fanno parte di un
patrimonio culturale che non ha confini netti; la conoscenza è fluida, si
muove e si arricchisce di ogni esperienza umana, è patrimonio comune; come
nelle arti marziali, il vero percorso di crescita non può e non deve essere
limitato ad un semplice aspetto tecnico, ma ad un modo di intendere la vita
stessa. Il Maestro, nelle arti marziali, deve passare attraverso diversi
stadi di crescita e non deve assolutamente tenere in considerazione solo
un aspetto dell'arte, ma deve osservare in modo "trasversale" l'esperienza
umana nella sua totalità.

Inoltre, notavo che nel tuo corso non eravamo semplici uditori, ma parte
attiva del processo di acquisizione di nuovo sapere, diventando
interlocutori; proprio come nei miei percorsi di insegnamento e pratica, il
Maestro deve aiutare l'allievo a far nascere la conoscenza partendo da sé,
dalle proprie sensazioni, come se la conoscenza fosse già dentro di noi.
Credo che sia molto vicino al concetto della "Maieutica Socratica", lontana
dal tentativo di persuadere l'interlocutore e forse anche vicino all'archetipo dell'inconscio collettivo di Jung, un terreno caro a te e me.

Concludendo, a partire da un corso sulla Sicurezza nel Lavoro, gli spunti da
te forniti possono permettere di spaziare: non ho problemi a dirti che
alcuni concetti da te espressi mi saranno utili nell'insegnamento delle
arti marziali e nella ricerca TRASVERSALE di competenze che essa impone.

Ferdinando Torrano
Maestro di discipline israeliane di difesa personale e combattimento KRAV MAGA e KAPAP, specializzato per l'insegnamento alle forze dell'ordine e militari.
Sito www.imaacademy.it